SIOR TODERO BRONTOLON

Commedia veneta in tre atti di Carlo Goldoni

Regia: Stefano Baccini
Todero, mercante vecchio Toni Borile
Pellegrin, figliuolo di Todero Bepi Quaglio
Marcolina, moglie di Pellegrin Marina Bertoncin
Zanetta, figlia di Pellegrin e Marcolina Laura Peruffo
Desiderio, agente di Todero Franco Fortin
Nicoletto, figliuolo di Desiderio Alberto Baratella
Cecilia, cameriera di Marcolina Anna Maria Cappozzo
Fortunata, vedova Antonietta Cavazzini
Meneghetto, cugino di Fortunata Daniel Bertazzo
Gregorio, servitore Stefano Baccini
Pasqual, facchino Flavio Bottaro


"Non vi è niente di più fastidioso, di più molesto alla Società di un uomo che brontola sempre; cioè che trova a dire su tutto, che non è mai contento di niente, che tratta con asprzza, che parla con arroganza e si fa odiare da tutti. Todero non è brontolon solamente, ma avaro e superbo...
"Tutta la morale di questa commedia consiste nell'esposizione di un carattere odioso, affinché se ne correggano quelli che si trovano, per loro disgrazia, da quessta malattia attaccati. E in fatti quale maggior disgrazia per un uomo, che rendersi l'odio del pubblico, il flagello della famiglia, il ridicolo della servitù? Eppure non è il mio Todero un carattere immaginario. Pur troppo vi sono al mondo quelli che lo somigliano..."

(da
L'Autore a chi legge, ediz. Pasquali, Venezia 1774)

Todero (forma veneziana per Teodoro) è un personaggio che non appartiene soltanto alla Storia del teatro, ma a quella generale del costume. L'intolleranza è invero una piaga che attraversa tutte le epoche, in particolare quelle di crisi sociale: quella di decadenza della Serenissima descritta da Goldoni, come quella odierna, di frantumazione dei valori.
Assieme a Le baruffe chiozzotte e ad Una delle ultime sere di Carnovale, Sior Todero brontolon compone la trilogia dei capolavori del 1762, l'ultima stagione trascorsa dall'Autore nella sua Venezia, prima del volontario esilio a Parigi (dove morirà ottantaseienne nel 1793).
La commedia si trova all'apice dell'arte teatrale goldoniana, che spazia con genialità dai vivaci esterni popolari ai malinconici interni borghesi; dalla "pittura d'ambiente" alla approfondita rappresentazione psicologica dei caratteri.