LA COMPAGNIA TEATRO VENETO "CITTÀ DI ESTE"

Alla sua fondazione, nel 1914, la Compagnia raccolse direttamente l´eredità di un´intensa attività filodrammatica già fiorente a Este (Padova) a metà dell´Ottocento, documentata presso lo scomparso Teatro Sociale.
Il primo repertorio fu subito legato al teatro veneto: El moroso de la nona di Giacinto Gallina, La bozeta de l´ogio di Riccardo Selvatico, e i classici La regata di Venezia di Alessandro Zanchi, I rusteghi e Sior Todero brontolon di Carlo Goldoni. Il palcoscenico era quello del Cinema Teatro Famiglia della Parrocchia del Duomo (anch´esso oggi scomparso), a fianco dell´oratorio dell´Annunziata, detta la "Madonnetta" (Piazza Trento, allora Piazzetta delle Erbe).
Tra le due guerre, quando il gruppo iniziò a fregiarsi stabilmente della denominazione "Città di Este", l´interesse si spostò dalla scena dialettale a due diversi ambiti: il teatro cattolico e patriottico (tra gli autori: mons. Giuseppe Flucco, Primo Piovesan, Primo Cesare Ambrosi, Salvator Gotta); e la scena nazionale, con gli autori più in voga all´inizio del secolo: Giuseppe Giacosa, Gerolamo Rovetta, Roberto Bracco, Dario Niccodemi.
Dal secondo dopoguerra il repertorio veneto tornò a prevalere, divenendo dal 1948 esclusivo campo d´azione della Compagnia: è di quell´anno la prima messinscena dei Balconi sul Canalazzo di Alfredo Testoni, nella celebre versione veneziana del grande attore e capocomico Gino Cavalieri. Nel 1950 la "Città di Este" rappresentò le Tre Venezie al primo Convegno Nazionale per gruppi dilettanti organizzato al Piccolo Teatro di Milano, portando sulla scena I recini da festa - l´intimismo ottocentesco di Selvatico - e La scorzeta de limon, la grottesca comicità del massimo autore veneto del Novecento, Gino Rocca.
Al nome di Rocca sono poi legati alcuni tra i maggiori successi della Compagnia, che ha interpretato più volte i principali titoli del repertorio dialettale del commediografo: Se no i xe mati no li volemo, L´imbriago de sesto e soprattutto Sior Tita paron, dal 1948 vero e proprio "cavallo di battaglia" per quasi trent´anni (allestito nuovamente nel 2010), e l´atto unico Checo.
Altro memorabile successo del gruppo, la commedia Don Checo di Attilio Rovinelli: lo stesso Gino Cavalieri, autore della versione dialettale, ne passò personalmente il copione (inedito) alla "Città di Este" nel 1958. Nel 1978 la Compagnia ha dato vita al Teatro dei Filodrammatici, ricavato in un ex oratorio del Seicento concesso in uso dal Comune di Este, che ha realizzato un radicale restauro nel 2013. Da allora il gruppo ne organizza annualmente l´attività con formazioni d´ambito interregionale ed ospitando altre iniziative artistiche e socio-culturali.
In oltre cent´anni di palcoscenico la Compagnia "Città di Este" ha attraversato in modo pressoché completo la drammaturgia storica veneta: dal Cinquecento di Ruzante, al Settecento di Goldoni e dell´abate Chiari; all´Ottocento di Selvatico, Gallina ed Edoardo Paletti; al Novecento di Rocca, Renato Simoni, Arturo Rossato, Alberto Colantuoni, Arnaldo Fraccaroli, Arnaldo Boscolo e Carlo Lodovici, fino a Carlo Terron, con un´attenzione particolare per l´opera di Enzo Duse.



30 giugno 1979 - l´eco di padova

da L´amore per il teatro in dialetto - Storia dell´antica Filodrammatica di Este
di Gigi Peretti

[...] Ci riferiamo alla Compagnia teatro veneto "Città di Este" sessantacinque anni di vita tra alterne vicende, un repertorio volto alla valorizzazione e alla diffusione del teatro dialettale veneto (rappresentati Rocca, Boscolo, Lodovici, Testoni, Rovinelli, Selvatico e, naturalmente, Goldoni), un cast di attori filodrammatici giovani e anziani quanto mai compatti e affiatati, che non solo tengono in vita e danno vita a un teatro discutibilmente considerato minore e che da sempre vive di vita precaria, ma che nel teatro trovano il momento ideale per un incontro umano basato su interessi comuni profondamente sentiti. [...]
Se nel Veneto esiste una compagnia teatrale benemerita nel campo del recupero e della conservazione di gran parte del patrimonio teatrale, culturale e dialettale veneto, questa è la Compagnia "Città di Este". [...]
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9 gennaio 1983 - il gazzettino

da I volontari del palcoscenico
di G.A. Cibotto

Nella carta geografica del teatro esistono le capitali che tutti conoscono, e le piccole capitali note soltanto agli "aficionados", dei quali parla in un suo scritto famoso lo spagnolo Azorin. Per dare un´idea di quello che bolle in pentola alla scena veneta, in fase di ripresa per merito degli innamorati che hanno creduto alla parola che arriva sonante, oppure smorzata dal magico crocevia del palcoscenico [...]
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